Esce nel 1998 Totò che visse due volte e passa al vaglio della censura (che grida allo scandalo e alla blasfemia, lo vieta "a tutti" e solo successivamente lo bolla con il VM 18) e alla gogna delle associazioni cattoliche che lo giudicano eretico e moralmente pericoloso. A partire dal riscontro che hanno avuto questo e altri film, sia da parte della critica sia da parte del pubblico, Ciprì e Maresco intavolano una conversazione con Mario Martone e Enzo Moscato sulla funzione dell'arte come metodo di interpretazione e trasmissione della realtà, sui sistemi adottati per interagire con un sud sempre più complicato (la Napoli di Martone e Moscato, la Palermo di Ciprì e Maresco) e in definitiva sul sud stesso e sul tenace e profondo lavoro di Martone e Moscato sulla tradizione.